È giusto che la Ue salvi un paese come la Grecia che ha avuto una gestione «allegra» delle proprie finanze? Oppure è meglio che se ne lavi le mani come fece il Tesoro Usa con Lehman Brothers? Otmar Issing, ex capo economista della Bundesbank è assolutamente contrario all'intervento comunitario. La Ue, dice il banchiere in un'intervista al Sole 24 Ore, dovrebbe affidare il salvataggio al Fondo monetario internazionale altrimenti rischia di scivolare in una spirale pericolosa. «Gli altri stati in difficoltà sono pronti a bussare alla porta di Bruxelles, meglio affidare la gestione dell'emergenza al Fondo Monetario Internazionale». Quali conseguenze a lungo termine dopo il salvataggio di Atene? Come si deve muovere la Ue per evitare l'effetto domino? Dopo aver rivolto queste domande a tre ex ministri (Enrico Letta, Antonio Martino e Giorgio La Malfa) abbiamo sentito il parere di due economisti: Franco Bruni, ordinario di Teoria e politica monetaria internazionale all'università Bocconi di Milano e Giorgio Barba Navaretti professore di Economia internazionale all'Università degli Studi di Milano editorialista del Sole 24Ore.

Professor Bruni, in prima fila nell'accordo per salvare la Grecia ci sono Parigi e Berlino
È normale, agiscono per tutelare gli interessi delle loro banche, le più esposte verso Atene. In questi mesi hanno approfittato del denaro a costo zero per investire in titoli di Stato. È chiaro quali interessi ci sono dietro Sarkozy e la Merkel anche se non lo diranno mai apertamente.

Otmar Issing, ex capo economista della Bundesbank, in un'intervista al Sole 24 Ore, sostiene sia sbagliato intervenire per salvare un paese che non ha rispettato il trattato di Maastrict. Lei, da economista, che cosa ne pensa?
Se fallisse la Grecia si innescherebbe sui mercati il panico così come avvenuto con la Lehman Brothers. Anche se in linea di principio è sbagliato aiutare chi, come la Grecia, non ha rispettato il patto di stabilità facendo espandere senza controllo la spesa pubblica, ritengo che sia stata una scelta inevitabile

Che conseguenze ci saranno nel lungo termine?
Difficile dirlo. Di certo non si può non pensare che con il salvataggio della Grecia tutti i problemi siano risolti. Il rischio di un effetto domino è reale. Dopo la Grecia, c'è la Spagna, il Portogallo. Neppure Italia e Inghilterra sono immuni dal rischio default.

Come si esce da questa situazione?
La soluzione deve essere politica innanzitutto. Ed è questa la vera sfida per Bruxelles spesso troppo ingessata dalla burocrazia. Per dare un segnale di tranquillità ai mercati avrebbe bisogno di accelerare sulla strada della regolamentazione anticipando per esempio la costituzione del consiglio europeo di vigilanza sistemica (uno dei pilastri della regolamentazione decisa lo scorso dicembre ndr.). Occorre poi una riforma urgente del patto di stabilità per dare a Bruxelles i poteri che non ha per fronteggiare emergenze come queste.

Barba NavarettiProfessor Barba Navaretti che idea s'è fatto del caso Grecia?
Ho l'impressione che sia succedendo a livello nazionale quanto avvenuto con le banche. Per anni hanno utilizzato veicoli fuori bilancio senza pensare che questi potessero avere impatto sui conti delle banche. Poi la Lehman Brothers è fallita, ed è scattato il panico. In Europa abbiamo sempre pensato che il patto di stabilità ci tenesse al riparo. Il caso Atene dimostra che non è così. Il paradosso di questa situazione è che quando è stata fatta l'unione monetaria si sperava che paesi come la Grecia potessero diventare solidi come la Germania. Oggi c'è il timore che la Germania possa fare la fine della Grecia. La crisi ha enfatizzato il peso delle economie e dei paesi piccoli

È giusto salvare un paese che non ha rispettato il patto di stabilità?
Giusto no, ma sicuramente inevitabile. Se ci fosse un default della Grecia le conseguenze sarebbero devastanti. In questa fase in cui il problema della tenuta dei conti pubblici è quanto mai attuale, è importante dare un messaggio chiaro ai mercati.

La Ue però non ha strumenti adatti a gestire una crisi dei conti pubblici di un suo stato membro, non sarebbe stato meglio affidarla al Fondo monetario internazionale?
Come dicevo, occorre dare un segnale forte ai mercati. Delegare il salvataggio di Atene al Fmi, anche se è la struttura preposta alla gestione di queste crisi, sarebbe come ammettere che la Ue non sa risolvere i problemi a casa sua. Questo non significa comunque che non sia auspicabile una collaborazione tra le due sponde dell'oceano.

«Salvare la Grecia provocherà un effetto domino»
L'accordo per aiutare la Grecia si limita ai buoni propositi
Letta: «Chi sgarra deve uscire dall'euro»
Martino: «Far fallire la Grecia sarebbe un suicidio»
La Malfa: «Ora facciamo l'Unione politica»
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